sabato 8 febbraio 2020

Il ‘mercato’ è una cialtronata

(Interno dell'appartamento di Donald Trump a New York)


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Credo che la nostra società sia sufficientemente matura per capire che il ‘mercato’ è essenzialmente una cialtronata. Se no, non si capirebbe in che modo un personaggio come Donald Trump, evidentemente sottodotato intellettualmente, possa essersi arricchito al punto da scalare la vetta suprema della società nella quale la considerazione che si dà al denaro è massima. Occorre subito dire che, sull’onda dell’emulazione, anche da noi i personaggi di questo tipo non mancano e, in perfetta sintonia con le teorie d’oltreoceano, legittimano il loro privilegio sociale predicando la bontà del teorema secondo cui la libertà del mercato coincida esattamente con quella di tutte le persone. Per questa teoria, che un semianalfabeta possa diventare persona ricca e potente, è del tutto normale. E che possa, come sempre nel caso di Trump, metter su casa peggio dei Casamonica, non intacca minimamente la sua autorevolezza presso gli sfigati che in quella carnevalata riescono a riconoscere i valori di una vita di successo. Certamente, dopo aver avuto la possibilità di conoscere tanta volgarità nel gusto, diventa difficile anche solo pensare che in tanta libertà mercantile possa ritrovarsi un soggetto con un minimo di positività. Eppure, per ovvie ragioni al limite dell’ontologia, la propaganda che riesce ad affidare al mercato l'idea che tutto il bene della condizione umana gli appartenga, è sempre più frequentemente nella classe dirigente di questo paese, con i suoi sacerdoti benevoli e sorridenti nelle loro liturgie, durante la celebrazione della sacralità dei bilanci. L’economia, quest’ancella del mercato al limite della trascendenza, assume su di sé l’onere di giustificare al mondo intellettuale la possibilità per cui le persone possano arricchirsi senza ritegno, ovviamente sulle spalle di altri uomini che nel migliore dei casi aspirano a diventare essi stessi i primi. Si chiama concorrenza, competizione, ed è parte di una visione darwiniana del mondo che, in effetti, nel suo cinismo funziona esattamente come la guerra: vince chi se la cava meglio. Da qui il fatto che i cialtroni di questa virtù siano meglio dotati. Esiste, è vero, un’altra economia, che in parte funziona e tiene ancora in piedi quello che si chiama lo stato sociale. Ma è molto malata e fragile, perché assalita da parassiti di ogni genere che mettono a dura prova la sua resistenza. Probabile preda della libera economia di mercato (non liberale) in futuro avrà i giorni contati.



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